Per chi non lo sapesse, nella provincia di Napoli oltre che nei comuni di Torre del Greco e di Torre Annunziata, la parola torre compare anche in un terzo paese, Torre Vesuviana, ubicato a ridosso tra i due precedenti comuni e il Vesuvio. Ebbene, anche in questo luogo ameno (?) e irreale (!) il 15 e 16 maggio si svolgeranno le elezioni amministrative. Il nostro Gianluca La Stampa segue la campagna elettorale per noi. Purtroppo.
TORRE VESUVIANA – Un dibattito tra i quattro candidati alla poltrona di sindaco, un tentativo di promuovere e favorire l’esercizio del voto consapevole in vista delle imminenti elezioni Amministrative in programma domenica e lunedì prossimo. È quanto organizzato ieri nella sala consiliare Giuseppe Garibaldi del piccolo comune napoletano di Torre Vesuviana. «Qualora vincessimo le elezioni il paese vivrà cinque anni di profondi cambiamenti. In meglio ovviamente» ha esordito il candidato Gennaro De Luca Iervolino, sostenuto dalla lista civica “Uniti per Torre” che ha anche posto l’attenzione sui punti fondamentali del suo programma: «valorizzazione del territorio, crescita occupazionale e sviluppo economico». Solo lettera morta secondo Mario Langella, sostenuto dalla lista “Più uniti per Torre”: «parlare non costa nulla, e i nostri avversari lo sanno fare bene. Noi invece preferiamo spendere poche parole e spenderci molto nei fatti» ha sottolineato Langella prima di addentrarsi in una disquisizione sul suo programma elettorale, i cui capisaldi sono «valorizzazione del territorio, crescita occupazionale e sviluppo economico», così lunga da essere più volte richiamato da tre dei quattro moderatori che gestivano il dibattito – l’unico che non ha trovato nulla da obiettare all’infrazione dei tempi concessi a ciascun candidato è stato il moderatore proposto da Langella, nonché figlio dello stesso e futuro vicesindaco. «I programmi dei miei avversari corrispondono ad una vecchia idea di politica, una politica che ha fatto solo il male di questo paese. Io sono la vera novità, e chi non vota per me vuole il male di Torre. Con me saranno costruiti nuovi alberghi, centri commerciali, sarà adottato il Piano Urbanistico Comunale che darà nuovo volto e nuova linfa al nostro territorio, e inoltre sarà assicurato un migliaio di nuovi posti di lavoro» ha tuonato Domenico Esposito, candidato sindaco sostenuto da “Il Popolo democratico di Torre” formazione di centro-destra-sinistra basata sull’alleanza degli iscritti al Pdl e al Pd locale. «Desta sconforto constatare il populismo che è alla base delle proposte degli altri candidati a sindaco. Essi sarebbero disposti a tutto pur di conquistare i voti della cittadinanza. Ma la politica non è questo. La politica è qualcosa di più alto e serio, e a questi livelli essa deve ritornare prima che sia troppo tardi, prima di allontanare definitivamente gli uomini e le donne dalle urne» ha dichiarato Daniele Rea, leader del movimento “Abbastanza radicali”, nato dal tentativo di conciliare le posizioni degli estremisti di sinistra con quelle dei centristi cattolici. Dichiarazioni a parte, se lo scopo dell’incontro di ieri era chiarire le idee agli elettori, si è certi che non è stato raggiunto, viste le cinque e più ore di risse, liti, urla, non solo tra i candidati al ruolo di Primo Cittadino, ma anche fra i moderatori stessi e le claques sistemate nelle prime file. Ma costoro le idee chiare le avevano già.
Gianluca La Stampa
(Carmine De Cicco)
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