Se, sfogliando il dizionario, vi soffermate sulla parola “Piazza”, leggerete, oltre al significato proprio del termine, ossia quello di «Spazio urbano di forma variabile, più o meno ampio, circondato da caseggiati, sito di solito all’incrocio di più strade» anche quello esteso di «Luogo in cui si svolgono attività economiche o finanziarie; luogo dove si svolgono spettacoli, attività teatrali, ecc.».
Anzi, a volte la parola “Piazza” può essere usata come sinonimo stesso di popolo, di cittadini. Sì, perché un tempo la piazza era un luogo di incontro, un punto di riferimento, dove poter andare da soli ed essere sicuri di trovarsi in compagnia di altre persone. Luogo di scambio di idee, di confronto, a volte anche di scontro costruttivo. Magari, molto più semplicemente, punto di ritrovo per un appuntamento.
Oggi tutto ciò si è un po’ perso, almeno per quel che riguarda la gioventù. In genere noi giovani siamo soliti incontrarci per appuntamenti più o meno importanti in locali di ogni tipo: classici bar o moderni lounge, pub, pizzerie, persino centri commerciali.
E le piazze? Le abbiamo un po’ abbandonate, ammettiamolo. Sovraccaricati di social network, di amicizie che si fondano su qualche “Mi piace” e un paio di condivisioni, abbiamo smesso di frequentare come un tempo i luoghi pubblici per eccellenza. Abbandoniamo le piazze a loro stesse e se non ci sono nemmeno bambini e anziani vince l’incuria, il degrado. Le abbandoniamo a loro stesse ed ecco che diventano ostaggio dell’inciviltà e degli incivili. È anche un po’ colpa nostra, come ogni cosa che va storta e che noi ci limitiamo solo a osservare e condannare. Senza fare.
E allora perché non fare in modo di ripopolare le piazze? Torniamo lì a trascorrere il nostro tempo libero, portiamo con noi il giornale del mattino, un libro, va bene anche l’inseparabile cellulare. Torniamo a far rivivere questi luoghi, che spesso hanno vite davvero lunghe e conservano memorie di molte vicende interessanti, anche quelle dei borghi più piccoli.
Riscopriamo il piacere di star seduti su una panchina, all’aria aperta e in mezzo alla gente, invece che ai tavoli di un bar, sui sedili di un’automobile. L’aria fresca fa bene al cervello, l’incontro con altre persone, in carne e ossa, aiuta a crescere.
Carmine De Cicco
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